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FRAMMENTI
Mostra collettiva dal titolo "Frammenti"
inserita nel festival di teatro, cinema, letteratura e arti visive Dongione ARTE.
orario: da venerdì a domenica ore 11-
(possono variare, verificare sempre via telefono)
biglietti: free admittance
vernissage: 22 giugno 2013. ore 18.30
curatori: Sofia Sicula
autori:
patrocini: Comune di Carbonara Scrivia
genere: arte contemporanea, collettiva
PRESENTAZIONE DEL FESTIVAL DONGIONE ARTE
Dongione ARTE è un festival di teatro, cinema e arti visive che si terrà nell'affascinante cornice del Dongione di Carbonara Scriva (Al) dal 22 giugno al 7 luglio 2013.
Il festival si compone di diversi appuntamenti teatrali, proiezioni di cortometraggi indipendenti, presentazioni di libri di autori emergenti e di una mostra di arte contemporanea.
L'intento è quello di dare spazio alle realtà artistiche, locali e non, mettendo in relazione tra loro diversi linguaggi artistici e di far vivere gli spazi della suggestiva struttura del Dongione coinvolgendo il territorio in un evento unico nel suo genere.
PRESENTAZIONE DEL FESTIVAL
Il tema della prima edizione di DONGIONE ARTE sarà “frammenti”.
Il frammento è un piccolo pezzo di qualcosa che si è staccatto da un oggetto intero, la radice latina fragmentum indica la natura fragile e delicata di una parte singola, che ha perduto il “suo” tutto. Interessante accostare questo termine all'arte e vedere come può essere declinato. Il frammento diventa simbolo di una visione del mondo piccola, leggera, privata addirittura. Ogni autore è parte di un tutto che è l'arte che ha scelto, ogni opera è uno sguardo – frammento – del e sul mondo. Frammenti sono le parti che compongono un'opera incompiuta, lasciata a metà o in fase di elaborazione. Il termine frammento assume in questa ottica un significato potente di apertura-
Si è scelto questo tema perché è forte il desiderio di dare spazio a visioni del mondo diverse, autori in formazione, storie che si stanno ancora compiendo e linguaggi nuovi in via di assestamento, tutti frammenti di lavori artistici e umani delicati e frangibili.
PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA
f r a m m e n t i
“Guarda” è imperativo che invita a condividere un dettaglio, a spostare l’attenzione su di un particolare spesso in transito. I diciannove artisti che si incontrano nelle sale dell’antico Dongione di Carbonara Scrivia propongono all’osservatore assaggi di spazio e di tempo tradotti in bocconi di forma e materia, di colore e luce. Ciascuno racconta una porzione minima dell’ordine visibile, o invisibile, un contatto o soltanto una suggestione, ora aderendo alla mimesi del reale, ora scardinando i canoni della figurazione per ricomporli in simboli e astrazioni, con presagi fatti di linee e tonalità. Il sipario del quotidiano, dunque, si solleva e i riflettori si accendono rivelando un atomo della cosmologia di ogni autore.
La fotografia è un processo interpretativo, non documenta ma cambia il dato colto dallo scatto, sia nelle opere di Renato Luparia (Infinito, Solo) che in quelle di Francesco Romoli e Alessandra Tescione. Le sagome d’albero poste in rilievo da Luparia, nel silenzio e nella solitudine campestri di nebbia e neve sulla pianura, infatti, tracciano nel bianco gli ideogrammi di un discorso esistenziale. Esploratore dei sentieri semantici che collegano le immagini, Romoli (Forever Young), dal canto suo, si orienta con l’elaborazione digitale della foto nel labirinto di segni che si dirama tra i dettagli catturati dalla camera e proponendo significati velati. Tescione, infine, ritorna all’uso della pellicola e mette al centro della sua riflessione poetica proprio il processo creativo. La pellicola viene perciò identificata con il soggetto impresso e diviene corpo, materia su cui intervenire. Fotografica si può invece definire la pittura di Enrico Cattaneo, che incide su cartone immagini che sembrano antiche foto in seppia, in cui i volti dei bambini ci sembrano sorridere da un passato remoto, anticipare un futuro anteriore; allo stesso modo, fotografico, è il primissimo piano in bianco e nero di Veronica Francione. Punto focale del dipinto gli occhi della ragazza, dai quali parte il piano obliquo dello sguardo. Tra lei e l’osservatore sgocciolature sanguigne, pioggia trasversale di rosso, lasciano sul grigio una scia tragica.
ELENA CARREA
ART ANIMALS HEART
Scheda tecnica della mostra
Titolo della mostra: Art Animals Heart
Luogo: 11 DREAMS ART GALLERY -
Via Rinarolo 11 C
Orari: Da Martedi a sabato: dalle 16.00 alle 19.30
Sabato 10.00/12.30 -
domenica: dalle 16.00 alle 19.30
Ci sembrava appropriato e ben augurante dare inizio alla mostra ART animals HEART in un giorno, uno dei pochi per la verità – nella nomenclatura che si sussegue lungo tutto il corso dell’anno –, dedicato a un animale. Sia pure, come nel caso del 1° aprile, visto con gli occhi scherzosi e volti al sorriso (cosa ormai sempre più rara) dell’animale uomo.
Ma questa mostra non è un pesce d’aprile.
Ai muri della 11DREAMS Art Gallery non sono appesi scherzi che riguardano gli animali ma vere opere d’arte. Emozioni e maestria che gli artisti in esposizione provano e usano, e hanno quanto mai provato e avuto nell’atto di dipingere questi nostri straordinari amici a quattro o a due zampe, squame e pinne, ali e corazze che ci accompagnano nell’entusiasmante avventura della vita. Sentimenti veri e genuini, che riescono pienamente a trasmettere, verso gli animali che – e si vede – amano ritrarre.
Già, gli animali e il disegno, la pittura, la scultura, oggi anche la fotografia. Dall’inizio della storia dell’uomo soggetti ricorrenti, se non addirittura prioritari nell’espressione artistica. Guardati nell’aspetto strettamente corporeo legato alla sopravvivenza oppure adorati come dei; sentiti come parte di sé in una immedesimazione metafisica e magica, indagati da un’acuta osservazione naturalistica, affidati all’inesauribile riferimento mitologico o alla più fantasiosa e surreale immaginazione.
Parafrasando il titolo di un film di Totò – che di buon umore ce ne ha lasciato a carrettate – traguardato con un’ottica filosofica che lui stesso puntualizza in uno dei dialoghi del film, potremmo tranquillamente affermare che noi siamo uomini e animali. Facendo tesoro di ciò, non dimenticando che tutto proviene da un unico, originario ceppo vitale, possiamo essere ancora più precisi ricordando a noi stessi che siamo prima esseri animali e poi umani. E che un gatto, un cane o tanti altri animali secondo la predisposizione e preferenza individuale ci danno, col solo contatto che con loro abbiamo accarezzandoli, ma anche soltanto a vederne la bellezza dei movimenti (o quella assoluta e senza tempo che trova posto nella dimensione dell’arte), sempre molto di più di quello che ci chiedono.
Gli animali non sorridono ma sono capaci di regalarci quella dose di rilassatezza e di sana gioia di vivere che permette a noi di farlo. Questo, come dicono i saggi, è tutta salute: il riso fa buon sangue.
La visione è totalizzante (e include suoni e voci che riusciamo a udire) nei dipinti di Gianluigi Alberio, è tridimensionale, iperrealistica; l’illuminazione è decisa ed espansiva nello spazio che l’accoglie in una “contrastata morbidezza” fatta di generose estensioni tonali e fili di luce volti a rendere quanto più possibile nitido il segno. Ed è il segno colorato, che denota una manualità elegante e felicemente scorrevole, a trasmettere all’animale dipinto (che può essere un pensoso gufo, oppure un imperioso leopardo) energia vitale.
Lorenzo Bruschini ci presenta un “autoritratto” che è prima sognato e poi realizzato. E’ un essere composito, mitologico e surreale, frutto di più esperienze e di una singolare gestione del tratto pensato e modulato o che prende linfa da essenziali segmenti calcati, quasi scavati con forza o incisi con destrezza. Si muove in una zona di luci ed ombre dalla quale i colori sono banditi. Sono sogni fatti da animali – quelli che stanno alla base dell’opera – trasmessi, in virtù di qualche potere magico che solo essi possiedono, all’artista ricettivo che ce li fa conoscere.
In Bruno De Faveri la fotografia è un preciso documento che attesta una duplice azione: è quindi reportage. Ma è anche, forse soprattutto, testimonianza poetica, dove la disposizione dei versi liberi risponde esclusivamente alla sostanziale indole creativa dell’artista. Tanto che la stessa gioiosa libertà che l’animale ha nella “sua sconfinata natura”, la sua immagine – e noi lo percepiamo – la ritrova nello spazio, oggettivamente limitato dalle precise dimensioni di una fotografia, che ai nostri occhi risulta aperto, di largo respiro, illimitato.
La pennellata è aggraziata negli acquerelli di Daria Modiano, felpata (termine, questo, assai attinente a tutta l’opera della pittrice); la manualità è lieve ma densa di vitalità e sembra danzare seguendo gli armoniosi e fluidi gesti di giraffe e felini. Negli accordi tonali delicati è una pittura di moti silenziosi e intense capacità affettive. Riusciamo a sentire i profumi della savana, a vedere la chiarità di grandi spazi aperti, il tenero legame fra due animali portati sapientemente nelle frastagliate dimensioni della pregiata carta che l’artista prepara.
Nei dipinti di Alessandro Sacchetti c’è un’indagine analitica, per certi versi scientifica, quasi un ritratto della psicologia che trapela dagli animali – in totale sintonia grafica e coloristica con i loro ambienti, lavorati come propagazione di peli e piume e viceversa – e i luoghi dove essi vivono. La calma e “naturale” disposizione spaziale dei vari elementi è calcolata, fin nei minimi dettagli e movimenti, ma non invasiva e la solarità fa da trait d’union fra il particolare e lo spazio circostante in una calibrata proporzione da affresco quattrocentesco.
Il gatto del dipinto di Gaspare Sicula ci guarda. E lo fa con sorpresa, forse per il fatto che noi riusciamo a vederlo, nonostante il buio che l’avvolge, entrando nel suo personale mondo che sembra essere sufficiente a dargli quanto gli occorre per vivere e per proteggerlo: la notte appena rischiarata dall’argentea luna e dall’azzurrina luce dell’arancia-
L’impianto simmetrico, studiato secondo i canoni classici, è uno degli elementi delle opere di Lorenzo Villa, che con grande equilibrio unisce regole che fanno parte della storia dell’arte e gestualità contemporanea. Nei dipinti ci sono uno o più elementi centrali (la trottola, il graffito) e due laterali, un bambino, una leonessa o una farfalla. In uno stato di attesa e calma apparente irrompe l’atto pittorico con l’impeto e la velocità dello scatto felino, e quello che era un incontro fortuito diventa arte. Nelle fotografie viene individuata dall’artista, ed evidenziata con linee, la forma (animale) nascosta.
11DREAMS